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Cultura. Il romanzo storico di Anna Maria Pipolo: “L’ avvocato brigante” Giuseppe Tardio

DiAlfonso Verruccio

Set 30, 2025

Tra memoria familiare e documenti d’archivio, la scrittrice cilentana Anna Maria Pipolo firma un romanzo storico che riporta alla luce la vicenda umana e politica di un personaggio controverso dell’Ottocento: Giuseppe Tardio, l’“avvocato brigante” di Piaggine. Un’opera che unisce ricerca storica e narrazione, e che assume un valore particolare: l’autrice è infatti la pronipote diretta del protagonista.

Nato a Piaggine nel 1834 da una famiglia di contadini analfabeti, Giuseppe Tardio incarna le contraddizioni del Risorgimento meridionale. I suoi genitori sognano per lui un futuro diverso: lo mandano a studiare, e nel 1859 il giovane si laurea in giurisprudenza, diventando avvocato. È il riscatto di un’intera famiglia, la realizzazione di un sogno di cultura e giustizia.
Ma il destino si ribalta poco dopo: deluso dalle promesse mancate dell’Unità d’Italia, tradito dai notabili del suo paese che gli sbarrano la strada, subisce un arresto ingiusto ed evade dal carcere di Laurino. Da uomo di legge si trasforma in ribelle, fino a combattere in sostegno dei Borboni.

Le cronache dell’epoca lo descrivono come un fuorilegge imprendibile, ma anche come un militante politico, capo di una delle bande più resistenti del Cilento. È noto il suo sbarco con 32 uomini ad Agropoli nel 1861, e la lunga stagione di rivolte tra Futani, Camerota, Sacco, Roscigno e molti altri paesi cilentani. La sua parabola si conclude con la cattura a Roma durante la breccia di Porta Pia, un processo clamoroso a Salerno, la condanna e infine quindici anni di detenzione nella terribile fossa di Favignana, dove muore nel 1890.

Il romanzo nasce da una lunga ricerca condotta dall’autrice negli archivi di Salerno, Roma e Trapani. Anna Maria Pipolo ha studiato centinaia di fascicoli del processo, memorie difensive scritte di pugno da Tardio, lettere private e libri appartenuti alla sua biblioteca. A questi si aggiungono i ricordi e le suggestioni familiari: nella casa dei nonni, la scrittrice osservava da bambina il ritratto a olio del bisavolo, con il suo sguardo severo che sembrava dominare le stanze. Anni dopo, la scoperta di un volume prezioso – le Institutiones Iustiniani, annotato a margine dalla mano di Tardio – ha rappresentato la scintilla definitiva per scrivere questa storia.

“Era come un segno che arrivava dal passato – racconta Anna Maria Pipolo –. La scrittura minuta, ancora viva dopo quasi due secoli, sembrava chiedere di non essere dimenticata. Ho sentito il bisogno di ridare voce a quest’uomo, al di là dell’etichetta di brigante, ritrovando l’avvocato, il figlio, il fratello, l’uomo umiliato ma anche fiero e resistente.”

L’avvocato brigante Giuseppe Tardio non è solo una ricostruzione storica, ma un viaggio letterario nel cuore del Risorgimento meridionale, tra ribellioni popolari, tradimenti e illusioni spezzate. La prospettiva familiare rende la narrazione unica: è la pronipote stessa del brigante a restituire al lettore non solo le vicende politiche, ma anche i silenzi, le paure e l’orgoglio trasmessi di generazione in generazione.

Con questo libro, Anna Maria Pipolo colma un vuoto di memoria e restituisce dignità a un personaggio che, tra mito e condanna, continua a far discutere. Una vicenda che appartiene al Cilento, ma che racconta una pagina dimenticata della storia d’Italia.