Da lunedì, 20 maggio, riaprirà l’ambulatorio di Cardiologia dell’ospedale di Roccadaspide.
Nelle ultime ore si è diffusa la notizia della chiusura dell’Ambulatorio Specialistico di Cardiologia operativo presso l’ospedale di Roccadaspide.
Il vicesindaco e presidente delle Aree Interne del Cilento, Girolamo Auricchio, a riguardo aveva specificato che non si trattava di una chiusura, bensì di una sospensione momentanea delle attività dovuta all’auto-licenziamento di un medico in quanto vincitore di concorso presso un ospedale di Avellino, sede più vicina alla sua residenza.
Oggi è arrivata la buona notizia: lunedì l’ambulatorio riaprirà.
“L’ambulatorio tornerà attivo a partire da lunedì e per questo devo ringraziare il Direttore Generale dell’Asl, Gennaro Sosto e il direttore del DEA Eboli, Battipaglia, Roccadaspide, Gerardo Liguori che si sono immediatamente interessati alla questione. L’ambulatorio specialistico di Cardiologia di Roccadaspide è uno dei pochi ambulatori specialistici di cardiologia in ambito regionale in cui è possibile effettuare, in day hospital, sofisticati esami con attrezzature moderne” ha affermato Auricchio.
Difatti, presso l’ambulatorio di Roccadaspide, è possibile effettuare ECG dinamico – Holter, esami eco transesofagei, ecostress e test ergonometrici e sono tanti, i pazienti, che arrivano anche da altre province per poter effettuare tali esami.
L’ambulatorio è stato ideato dal dottore Raffaelle Rotunno, già Direttore del Reparto di Cardiologia – Utic del Dea di I livello Battipaglia, Eboli, Roccadaspide e, attualmente, è diretto dal dirigente medico facente funzione del reparto di Cardiologia – UTIC di Roccadaspide, dottore Igino Oppo che si avvale della collaborazione di eccellenti professionisti, unitamente al gruppo di infermieri diretti dalla caposala del reparto, Teresa Capozzolo.
“Ci tengo, tuttavia, a precisare che sulla questione della carenza di medici se non interviene immediatamente il governo centrale, tra qualche anno, la situazione andrà sempre più precipitando e si verificherà un disastro sanitario, a livello nazionale, che porterà alla chiusura di molti Pronto Soccorso e di molti ospedali nonostante debba essere garantito il diritto alla salute a tutti i cittadini. Sono troppi i medici, ma anche gli infermieri, che si trasferiscono all’estero per esercitare la loro professione o prediligono le strutture private in cui gli stipendi sono molto più alti pertanto se non si adeguano gli stipendi, l’emorragia del personale sanitario dalle strutture pubbliche sarà sempre più ampia e incontenibile” ha fatto sapere Auricchio da tempo in prima linea per la difesa della sanità.