Ospedale di Roccadaspide, Auricchio chiede immediata riapertura dei reparti di Ortopedia e Lungodegenza
“Il Presidente Vincenzo De Luca con il Decreto 103/2018 ha disposto l’elevazione dei tre Ospedali di base, Eboli, Battipaglia e Roccadaspide, a Dea di I livello con l’intento di assicurare un’assistenza ospedaliera più avanzata e complessa sia in termini qualitativi, e quindi più specialistica, sia per ridurre ed evitare la migrazione passiva verso altre Regioni che costa, annualmente, alla Campania oltre 320 milioni l’anno. Purtroppo, a distanza di cinque anni dal Decreto, non è stata approntata neanche una relazione organizzativa da parte del Direttore del Dea. In sintesi il Dea non è mai partito; la sanità nei tre ospedali sta scomparendo. L’Ospedale di Roccadaspide è stato utilizzato da alcuni dirigenti del Dea e dell’Asl come un Ospedale da depredare a favore di Eboli e Battipaglia. Per una strana operazione politica, il Presidio di Oliveto Citra, che dista da Eboli meno di 30 Km., pur facendo parte dello stesso bacino di utenza del P.O di Eboli, stranamente non è stato accorpato al Dea Eboli – Battipaglia – Roccadaspide.
La carenza di personale medico nei tre ospedali è enorme, lo straordinario extra tabellare, per far fronte a tale emergenza, è fuori controllo. Tredici anni fa fu nominato Commissario la dott.ssa Caropreso per la realizzazione dell’Ospedale del Sele, si dispose, inizialmente, un finanziamento regionale di 150 milioni di euro, l’operazione fallì, perché le Amministrazioni Comunali di Eboli e Battipaglia non trovarono l’intesa sulla localizzazione del nascente ospedale, così i 150 milioni furono dirottati sull’implementazione dell’Ospedale del Mare. Da allora nulla è cambiato, solo incontri inutili e passerelle varie. L’indicazione su dove dovrà sorgere l’eventuale nuovo Ospedale del Sele (Eboli – Battipaglia) non risulta ancora effettuata dalle due amministrazioni comunali, nonostante le varie sollecitazioni dell’attuale direttore Generale Sosto. Nel contempo si continua a parlare di investimenti e ampliamenti esosi e a ricoverare i pazienti nelle due strutture ospedaliere non a norma.
Per il P.O. di Battipaglia si prevede un investimento di circa 23 milioni di euro, nonostante lo stesso ricada nel piano stralcio dell’Autorità di Bacino in zona rossa R3 (Rischio Elevato). Per il P.O. di Eboli, allocato in una vecchio convento del 1200, con decreto n.100 del 20.12.2018, risultano finanziati lavori per un importo di 16.100.000,00 di euro per l’ adeguamento della struttura alla normativa antisismica e degli impianti e per l’ampliamento dello stabile, con la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica. Tale presidio, allo stato attuale, risulta sprovvisto dei requisiti minimi che comprendono aspetti strutturali, tecnologici e organizzativi, richiesti per l’esercizio dell’attività ospedaliera. Carenze, queste, che hanno comportato l’impossibilità di ottenere l’indispensabile autorizzazione del Sindaco al funzionamento del presidio. Infatti, attualmente, siamo in presenza di un Ospedale abusivo e pericoloso, sia per gli utenti, che per il personale che vi lavora; tutto ciò è stato riferito, anche a più riprese, dagli stessi operatori dell’ospedale. Non è più pensabile avere due Ospedali a 6 Km di distanza (Eboli e Battipaglia), a cui si aggiungono gli Ospedali di Oliveto Citra e Roccadaspide, i quali hanno tutti reparti doppioni. I due Dea di I livello di Nocera e di Vallo della Lucania, invece, dispongono di reparti di eccellenza quali: Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Oncologia, Neurologia con relativi posti letto, reparti che ad Eboli e Battipaglia non sono mai stati attivati e mai potranno esserlo, mancando di una nuova e moderna struttura ospedaliera. Il nostro Dea, pur in presenza di un forte aumento delle patologie tumorali, dispone di un solo Oncologo, dipendente dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania, che assicura la sua presenza solo qualche giorno a settimana presso il P.O. di Eboli, ad una popolazione di 310.000 abitanti. L’attuale dislocazione dei posti letto pubblici e privati è concentrata principalmente nella Piana del Sele: il bacino di utenza Eboli – Oliveto Citra, conta 102.000 abitanti e dispone di 500 posti letto, oltre all’adiacente ospedale di Battipaglia, alla clinica Salus e al vicino ospedale del Ruggi di Salerno distante da Battipaglia solo 15 Km. Mentre al P.O. di Roccadaspide “Area Cilento Interno”, con la percentuale di utenti ultra sessantacinquenni più alta della Regione Campania e con un bacino d’utenza di 57.076 abitanti, dislocati su 23 Comuni, in gran parte situati in località di montagna e disseminati su una superficie di 822 Kmq, con il decreto 103/2018, risultano assegnati solo 50 posti letto che in percentuale corrispondono a 0,9 posti letto x 1000 abitanti. Ribadisco che si tratta dell’unico territorio regionale sprovvisto di strutture convenzionate. A questi disagi si aggiunge una rete stradale fatiscente e dissestata che rendono i tempi di percorrenza più che raddoppiati, alcune zone sono addirittura sprovviste di collegamento telefonico. La distanza dal P.O. di Eboli da Roccadaspide è di 45 Km e con una media che arriva a circa 80 km dalla maggioranza dei comuni ubicati nell’area interna. Inoltre, a seguito di facili e compiacenti autorizzazioni, per lo più illegittime, ci sono stati undici trasferimenti di medici in uscita dal P.O. di Roccadaspide, con pareri negativi e senza compensazioni; ciò ha determinato, da circa due anni, la sospensione degli interventi operatori di Ortotraumatologia, con conseguente trasferimento dei nostri pazienti in ospedali lontanissimi (Piedimonte Matese, Acerra, Sapri). Una situazione che, tra le altre cose, ha fatto sì che molti altri pazienti scegliessero di andare ad operarsi in Toscana, in una struttura convenzionata, con grave danno economico sia per la nostra Asl, sia per i pazienti stessi. Tutto questo nonostante l’Ortopedia di Roccadaspide, prima del passaggio sotto la disastrosa gestione del Dea, risultasse classificata al terzo posto sulle 59 strutture analizzate a livello regionale, per l’alto risultato degli standard per il trattamento della frattura del collo del femore eseguito entro le 48 ore dal ricovero. C’è da rilevare, ancora, che alcuni ortopedici dei presidi di Oliveto Citra, di Eboli e di Salerno hanno dato la loro disponibilità ad effettuare dei turni presso il P.O. di Roccadaspide ma, stranamente, non sono stati ancora autorizzati. Da pochi giorni, per la mancanza dell’unico medico in servizio, sono stati sospesi anche i ricoveri al reparto di Lungodegenza, dimettendo e mandando a casa a morire i pazienti ricoverati, bisognosi di cure ospedaliere. Questo nonostante i continui e ripetuti solleciti; tra l’indifferenza generale, nulla è stato fatto per assicurare la copertura medica dei turni dei reparti di Medicina e di Lungodegenza da parte dei medici di Eboli e Battipaglia, ma dal 1 gennaio al 31 luglio 2022, per soli sei mesi, per il presidio di Eboli si è speso 1.000.000,00 di euro per prestazioni in Alpi e per Battipaglia si è arrivati a spendere 1.140.000,00 euro. Invece, i chirurghi e gli infermieri di Roccadaspide, assicurano da più tempo dei turni ai reparti di Eboli e Battipaglia. Presso il P.O. di Eboli risultano accorpati al reparto di Medicina anche Neurologia, Endocrinologia e Geriatria. Si presuppone che in detto reparto allo stato vi siano almeno 12 medici per 18 posti letto. Il reparto di Medicina di Roccadaspide, dotato di 20 posti letto, da oltre un anno, è retto da solo 3 eroici medici, mentre quello di Lungodegenza con 9 posti letto era retto da un solo medico. A tutti piacerebbe fare i turni in Alpi a 60 euro l’ora per 12 ore, con una spesa complessiva di 720 euro, capisco che per arrivare a Roccadaspide bisogna effettuare 45 Km. di strada molto disagiata.
Purtroppo alcuni dirigenti, a fasi alterne, si dimenticano che il P.O. di Roccadaspide, fa parte del Dea e che per legge è obbligatorio assicurare i livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini, compreso quelli del nostro territorio. Devo riconoscere che qualche medico del Dea di Vallo della Lucania è venuto in aiuto al reparto di Medicina di Roccadaspide, finanche il Primario della Cardiologia di Nocera è venuto in aiuto al nostro ospedale, mentre nessun supporto è arrivato per il nostro reparto di Medicina dai medici di Eboli e Battipaglia. Lo stesso dicasi per le varie richieste, rimaste inevase, inviate all’Asl di Salerno, di assegnare a detto reparto e alla Lungodegenza, degli specialisti ambulatoriali, come avviene per altri ospedali. I dirigenti, hanno il dovere di assicurare detti turni anche e soprattutto nelle aree interne, ove vive una popolazione molto più anziana, con una grave situazione socio economica, abbandonata dai figli costretti ad emigrare al Nord, che a seguito della grave crisi sanitaria e del costante esaurimento del budget per le convenzioni sanitarie, non si curano e si lasciano morire. Siamo di fronte ad una grave e innegabile disparità di trattamento non più tollerabile, di cui mi auguro, stante il perdurare di detta situazione, la Procura di Salerno tra le tante problematiche trovi il tempo di approfondire anche questa grave situazione, dove a molti pazienti per lo più anziani viene impedito di usufruire delle cure ospedaliere. Ma le stranezze a danno delle nostre Aree Interne sono tante, basti pensare che nell’ambito della strategia dell’ Area “Cilento Interno”, la Direzione Generale – Salute della Regione Campania, ha evidenziato, che: “a seguito dell’enorme deficit economico regionale e ai tagli orizzontali nella sanità, hanno determinato la riduzione dei servizi disponibili, aggravando le disuguaglianze sociali e di salute nei territori del “Cilento Interno”, dove l’accessibilità ai servizi è condizionata, anche, dall’enorme espansione territoriale, in uno alla ridotta densità abitativa, dalle enormi distanze dagli ospedali e da una viabilità dissestata”. Per detti motivi, la Regione, ha riconosciuto le disuguaglianze sociali e di salute in atto per i Comuni dell’Area “Cilento Interno”, ha riconosciuto le difficoltà dovute alle distanze, alla cattiva viabilità per accedere a detti servizi e ha finanziato l’Asl Salerno per una spesa di 2.630.000,00 euro, per venire incontro a tali “disuguaglianze”.
Di contro, in violazione di legge, si sospendono i ricoveri nei reparti di Ortopedia e Lungodegenza, reparti indispensabili per assistere la popolazione più anziana di questo territorio, impedendo, di fatto, ai cittadini di usufruire dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti. Non sono contro nessuno, ne tanto meno contro i presidi di Eboli e Battipaglia, ma vogliamo che i nostri ospedali siano ospedali sicuri, che possano risolvere il problema in modo efficiente e siano dotati di una struttura dignitosa ed Eboli, in particolare, non lo è. Abbiamo bisogno di un ospedale di riferimento, dove la gente trovi una sanità efficiente ed efficace con attrezzature moderne. Oggi i tre ospedali possono contare solo sulla grande professionalità, sull’impegno e sui sacrifici di quei pochi medici ed operatori vari rimasti in servizio e che fanno più del proprio dovere. L’auspicio è che l’argomento “Sanità” che riguarda il nostro territorio venga affrontato con la dovuta serietà, anche se non abbiamo più Uomini come Ettore Liguori e Antonio Valiante che, comprendendone la necessità, sono stati i primi a dare dignità e assistenza ospedaliera al nostro territorio, quella dignità di cui altri uomini, invece, vogliono privarci ingiustamente. Chiedo che si proceda velocemente all’individuazione del suolo ove dovrà sorgere il nuovo ospedale del Sele e, nel caso non fosse possibile rendere autonomo il P.O. di Roccadaspide dal DEA Eboli – Battipaglia, allo stesso modo di Oliveto Citra, ribadisco quanto affermato di concerto con il sindaco, Gabriele Iuliano, nei vari incontri con il Direttore Generale, ossia che il P.O. di Roccadaspide venga a far parte del DEA di Vallo della Lucania. Nel contempo chiedo al Direttore Generale, per i motivi di cui sopra, l’attivazione del reparto di Ortopedia e di Lungodegenza, unitamente al potenziamento del personale medico del reparto di Medicina al fine di assicurare anche ai pazienti di questo territorio un minimo di assistenza ospedaliera.