Il 13 giugno per Altavilla Silentina non è un giorno qualsiasi. E’ la Festa di Sant’ Antonio, che non è solo espressione di fede, ma anche un profondo legame con la storia locale, con la memoria collettiva della comunità, con la tradizione di un intero popolo.
L’origine della devozione altavillese risale al 1799, durante i tumulti della Repubblica Partenopea. Secondo la tradizione popolare, il Santo salvò il paese da un attacco imminente: un cannone dei sanfedisti, puntato contro il borgo, si ruppe in tredici schegge dopo che i cittadini pregarono intensamente Sant’Antonio.
Da quel momento Sant’ Antonio divenne il Santo Protettore. Il Santo Protettore di Altavilla Silentina.
La mattina del 13 giugno la festa inizia alle prime luci dell’ alba: con i rintocchi delle campane, le messe solenni, con l’ arrivo delle splendide cente, barche di cera, che in segno di devozione vengono portate da tutte le contrade del paese. E poi inizia la lunga processione, la “peregrinatio”, in cui è Sant’ Antonio a visitare le case degli abitanti del capoluogo. Una sorta di simbolico gesto di ringraziamento del Santo verso il suo popolo fedele. Ogni casa prepara un piccolo altare, con fiori, candele e tovaglie di pizzo, per accogliere la statua in un clima di intima devozione.
La festa di Sant’ Antonio rappresenta molto più di una ricorrenza religiosa: è un atto identitario, un patrimonio immateriale riconosciuto dalla Regione Campania, che racchiude in sé i valori di appartenenza, spiritualità e continuità culturale. Ad Altavilla Silentina, la fede non si limita alla chiesa: si fa strada, entra nelle case, cresce tra le generazioni. E ogni 13 giugno, rinnova la promessa di una comunità che sa da dove viene e che non dimentica le sue radici.